La teologia del cinghiale [Gesuino Némus]

Buona  settimana a tutti voi che leggete, dopo un sacco di tempo sono riuscita a terminare un libro e ad avere qualche mezz'oretta libera per potervene parlare un po'.


Luglio 1969. Durante i giorni dello sbarco sulla luna, a Telévras, piccolo paese dell’entroterra sardo, due ragazzini vengono coinvolti in una serie di eventi misteriosi. Il primo è Matteo Trudìnu, talentuoso figlio di un sequestratore latitante; l’altro è Gesuino Némus, un bambino silenzioso e problematico, da tutti considerato poco più che un minus habens. Amici per la pelle, i due godono della protezione di don Cossu, il prete gesuita del paese, che si prende cura di loro come fossero figli suoi. Un giorno il padre di Matteo, scomparso da settimane, viene trovato morto a pochi chilometri di distanza da casa. Il maresciallo dei carabinieri De Stefani, un piemontese che fatica a comprendere le logiche del luogo, inizia a indagare con l’aiuto dell’appuntato Piras e dello stesso don Cossu ma, con l’avanzare dei giorni, le cose si complicano e spunta fuori un altro cadavere… Misteri, colpe antiche, segreti e rivelazioni vengono scanditi a ritmo battente in un romanzo dalle tinte gialle sapientemente orchestrato, imprevedibile e originalissimo per trama, stile, umorismo e inventiva. Un’opera pirotecnica, geniale e ricca di suspense che ci avvolge con le voci, i sapori e la magia della terra sarda, raccontando gli ultimi cinquant’anni di un’Italia sospesa fra modernità e tradizione.


Questo libro è un vero esercizio di stile e di bravura del suo scrittore, che col suo pseudonimo si rende anche personaggio della storia che narra.
Una moltitudine di punti di vista, di narratori e di scelte stilistiche che rendono una trama abbastanza classica (due omicidi, carabinieri che indagano, prete che sa tutto di tutti e ragazzini problematici più o meno coinvolti) unica e irripetibile.
Gesuino Nemus ha saputo magistralmente tirare i fili di questa storia a più voci senza ingarbugliarsi mai, e al lettore non costa nessuna fatica districarsi in mezzo a tutte le voci narranti, da cui riceve impercettibili indizi e nuove interpretazioni attorno a uno stesso fatto.
I personaggi sono molto ben congegnati e uno diverso dall'altro a seconda di chi abbiano accanto, esattamente come succede nella vita. Da sarda dell'entroterra posso pure confermare che molti atteggiamenti e consuetudini sono esattamente così, e non necessitano di giudizi morali, ma semplicemente di una presa d'atto.
Se dovessi proprio trovare un difetto, sarebbe nell'uso del sardo, un po' raffazzonato e soprattutto non sempre tradotto, il che potrebbe scoraggiare un lettore "del Continente" (come chiamiamo la penisola noi isolani), ma sono comunque poche frasi ogni tanto.

Spero di poter leggere presto qualcos'altro di quest'autore, ha uno stile maturo e totalmente originale, che non potrà non conquistare anche voi!

TRAMA:                          7 
COPERTINA:                 6,5
PERSONAGGI:              8
STILE:                              9






Commenti

  1. Prima della fine del corso riuscirò a leggerlo anch'io :D

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    1. Ahah vedrai che sarà una lettura piacevole!! ;-)

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  2. Mi ha sempre incuriosito per il titolo originale!

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    1. Se pensi che poi il titolo è opera del prete della storia ti incuriosirà ancora di più!! Diciamo che per la Sardegna il cinghiale è un po' un animale-totem! :P

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Grazie per aver letto fino a qui! Se mi lasci un commento sarò felicissima di leggerlo ^_^

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